IMPEGNO E CONCRETEZZA
L'elezione al Senato della Repubblica costituisce, assieme, un onore e un impegno. Da questo momento il mio compito è quello di trasformare la fiducia che ho ricevuto nell'esercizio concreto ed esigente del mio mandato parlamentare. Ho già avuto modo di dire, e lo ripeto, che la missione principale dei parlamentari trentini – certamente di quella che sento mia – è quella di rappresentare e di tutelare a Roma le ragioni dell'Autonomia, cioè della nostra particolare forma di autogoverno, che ha fatto del Trentino qualcosa di profondamente diverso da una forma di decentramento dello Stato centrale. Questa prerogativa e questa capacità non possono considerarsi acquisite una volta per tutte e hanno bisogno di continuare a crescere, di cambiare, di generare valore sociale, economico e civile.
Questo sito, nato per presentare in campagna elettorale il mio profilo, i miei valori di riferimento, la mia visione della politica, diventerà da questo momento uno degli strumenti per documentare il mio lavoro di senatore e per mantenere aperto un canale di comunicazione con le persone che mi hanno votato, ma anche con chiunque voglia dialogare con me. Penso che il rapporto con l'elettorato non possa concludersi nel momento del voto, ma debba proseguire nel tempo. Per almeno due motivi. Perché le circostanze cambiano e, quindi, è giusto che il territorio che mi ha espresso possa continuare a mandarmi, se posso dire così, dei segnali che mi permettano di aggiornare la sua interpretazione: serve, in altre parole, per aiutarmi a capire che cosa fare. E poi perché la fiducia va circostanziata e “tenuta accesa” con un riscontro della mia attività: per aiutare l'elettorato, in altre parole, a sapere quello che faccio.
Troverete qui immagini, testi, riflessioni, tracce dei miei interventi e della mia attività, ma troverete anche i riferimenti per contattarmi. D'ora in poi so che potrò essere valutato non per quello che ho promesso, ma per la coerenza e la concretezza di quello che farò.
La famiglia è uno dei temi ricorrenti di ogni campagna elettorale. Un tema ambivalente, perché, da una parte, la famiglia rimane un presidio indispensabile per la costruzione e atenuta della comunità; d'altra parte, però, è un tema che si presta come pochi a distorsioni e a forzature.
Credo sia possibile, probabilmente necessario, parlare di una vera e propria emergenza-lavoro. Chi è nato negli anni del dopoguerra ed è vissuto nel periodo del boom economico aveva davanti a sé una prospettiva rassicurante: la certezza di un lavoro, la certezza di una rete di protezione, la certezza della pensione. La realtà di oggi è radicalmente differente.
Ci sono due modi per parlare di politiche per la sicurezza: uno è quello di fare una riflessione seria e di proporre azioni concrete e adeguate; il secondo è quello di creare paure e di amplificarle. Il secondo è più semplice e, forse, più redditizio dal punto di vista elettorale. Però non porta da nessuna parte. La sicurezza è un bene pubblico, che va tutelato e reso effettivo.
L'art. 32. della nostra Costituzione stabilisce che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. La tutela della salute ha, dunque, un fondamento costituzionale e una doppia natura: riguarda ciascuno di noi e riguarda tutti; è un bene pubblico.
La sostenibilità – cioè la capacità di mantenere nel tempo un equilibrio ambientale, economico e sociale, senza pregiudicare gli equilibri futuri – è diventata in questi anni una parola d'ordine. Purtroppo, tutte le parole che assumono un forte significato simbolico rischiano di diventare dei modi di dire, delle retoriche, se non addirittura degli alibi.
Non è mai stato facile essere giovani. La gioventù, è vero, è la stagione della costruzione di sé, nella quale si progetta il futuro, si coltivano sogni e speranze, si vive intensamente l'oggi e si immagina il domani. Ma è davvero così? Oggi essere giovani è sempre più difficile. Viviamo in un mondo che offre straordinarie opportunità per chi nasce dalla parte “giusta”, ma è anche un mondo sempre più ineguale.