La famiglia è uno dei temi ricorrenti di ogni campagna elettorale.
Un tema ambivalente, perché, da una parte, la famiglia rimane un presidio indispensabile per la costruzione e la tenuta della comunità; d'altra parte, però, è un tema che si presta come pochi a distorsioni e a forzature.
Io credo che sia indispensabile mettere in campo politiche di sostegno alle famiglie, ma sia sbagliato restare prigionieri di una visione ideologica che mi pare essere fuori dal tempo. Una brevissima premessa: la nostra società è fatta di differenze, di sensibilità anche contrastanti, di credenze non sempre conciliabili, al punto che qualcuno è arrivato a parlare di “politeismo dei valori”.
Non vuol dire che nulla è importante, al contrario: vuol dire che ci sono opinioni differenti su ciò che è importante. Noi, d'altra parte, viviamo in una società laica, nella quale, cioè, ognuno di noi risponde alla legge e alla propria coscienza.
Io credo, credo con convinzione, a due cose soprattutto.
La prima è che sia più giusto, se guardiamo la realtà per quello che è, parlare di famiglie, al plurale, e non di famiglia. Se guardiamo alle statistiche anagrafiche, vediamo in maniera molto chiara che la tipologia più numerosa è quella delle famiglie con un solo componente e con due componenti. I punti divista ammessi sono, per fortuna, plurali.
La seconda convinzione è che le famiglie si trovino davanti a difficoltà così impegnative, qualche volta a fragilità inquietanti, che non ha molto senso discutere su come debbano essere composte, ma piuttosto dare risposte concrete.
In questi decenni, le famiglie hanno mostrato una crescente fragilità: lo dicono i dati relativi alla instabilità coniugale; lo dicono le difficoltà educative; lo dice la tendenza a quella che viene detta denatalità, cioè la scelta di avere meno figli; lo dice il crescente sovraccarico che pesa su chi – le donne – deve svolgere ruoli multipli: di madre, di nonna, di lavoratrice remunerata, di assistente alle figure non autosufficienti.
A questi problemi si aggiungono quelli delle famiglie cosiddette monoparentali, cioè composte da una sola persona adulta con uno o più minori a carico, e quello della violenza domestica, di cui parleremo in un'altra occasione.
Le politiche per le famiglie, che hanno trovato in Trentino un laboratorio molto credibile, sono dunque necessariamente politiche trasversali: riguardano l'aiuto nei compiti educativi e di cura; il supporto alla formazione; il sostegno al reddito; la casa; le politiche per i giovani; e, in genere, tutte le misure che, consentono alle famiglie di fare delle scelte libere e consapevoli.